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TOMB RAIDER III

LE PIETRE INFADA (1998)

 

Lara: ~ Mi recai in India con indosso uno stiacciatissimo top la cui stoffa non sarebbe bastata per asciugare nemmeno il viso di una delle mie piccole bambole... Una di quelle poche che avevo avuto in regalo da mia madre con la speranza di vedermi crescere senza dovermi vedere sempre giocare saltando da un albero all’altro del giardino... Dicevo... partii per l’India alla ricerca di un artefatto chiamato “Infada” della cui vera storia non ne ero a conoscenza... Quando partii, sapevo solo che gli si attribuisse il potere di custodire indicibili poteri venerati dalle tribù del posto nel corso dei secoli... Ma forse dovrei spiegare cos’era successo milioni e milioni di anni fa...

In definitiva, un meteorite era caduto sull’Antartide creando un enorme cratere. Questo cratere, venne scoperto da alcune tribù polinesiane che approfittando delle condizioni ambientali piuttosto buone del posto, decisero di stabilirsi lì.. Col passare del tempo il cratere divenne un simbolo di culto fino a quando gli abitanti del luogo furono costretti a fuggire a causa di terribili eventi che iniziarono a manifestarsi... La RX TECH, iniziò ad effettuare delle ricerche in quel luogo fino a quando venne ritrovato il corpo e il diario di un marinaio che aveva fatto parte di una spedizione scientifica capitanata da Darwin in persona.... La RX TECH, venne a sapere che i quattro marinai della spedizione sarebbero morti uno alla volta in quattro posti diversi, ovvero Londra, Nevada, Sud Pacifico ed India...

Ricordo Mark Willard, un uomo desideroso di recuperare i quattro artefatti per poter diventare invincibile.... Che inseguimenti ho dovuto fare per raggiungerlo... Ho attraversato posti misteriosi come le caverne di Caliya, il villaggio costiero, il tempio di Puna... Qualche passeggiata l’ho fatta anche sui tetti di Londra vestita come una ladra della notte, con tanto di tutina nera attillata.. Un po’ scomoda a dir la verità soprattutto nei movimenti, ma almeno passavo inosservata.. O almeno così credevo.... Sicuramente mi trovai più a mio agio con i miei inseparabili short che indossai nel deserto del Nevada...

Un po’ freddino lì, ma sentii più freddo quando dopo un volo catastrofico in una base segreta, mi ritrovai senza armi... E quindi... nuda... Fortuna che sono sempre riuscita a cavarmela anche nelle situazioni più disperate, così una volta recuperate le armi, continuai il viaggio per raggiungere Willard, percorrendo miniere e grotte buie fino allo scontro finale con lui...

PR: ~ E così anche Willard ti usò per i suoi scopi, come fece Natla...

Lara: ~ Willard era davvero un pazzo... giocava con le pietre per trasformarsi in ragno! Peccato che si fosse trasformato in quell’orribile coso che mi fece davvero venire l’esaurimento nervoso. Non tanto per la difficoltà a colpirlo con la mia amata Desert-eagle, quanto per i suoi schifosissimi schizzi di liquido verde che mi bagnavano tutti i vestiti... Fortuna che sono abituati a frequenti lavaggi, con tutti i viaggi che ho fatto, non propriamente nel pulito e nell’asciutto... Se solo avessi sospettato che gli artefatti che lui mi aveva chiesto di recuperare sarebbero serviti per aiutarlo a trasformarsi in ragno, ci avrei pensato due volte. Non che mi spaventino i ragni, ma è stata solo una perdita di tempo.

PR: ~ Cosa ti ha affascinato di più in questa avventura?

Lara: ~ Inutile dire che quando misi piede in India sulle rive del Gange, rimasi affascinata da tutto quello che mi circondava... Persino quando fui attaccata dalla prima grossa tigre... Ricordo il suo ruggito e la sua bocca che si spalancava solo al desiderio di assaggiare la mia carne succulenta... In fin dei conti mi è dispiaciuto atterrare un gattino un po’ più cresciuto degli altri, ma non avevo altra scelta se non volevo fare la fine del topo....

Ho amato di quel viaggio soprattutto le acque del sud Pacifico. Un mare strepitoso, si vedeva tutto il fondale marino... ne ho fatte di nuotate fra pirahna!

PR: ~ Cos’hai provato nel vedere quegli indigeni che provavano ad ucciderti con bastoni e cerbottane nel sud Pacifico?

Lara: ~ Chi, quei cannibali che sbucavano all’improvviso dai cespugli? Erano loro a doversi spaventare di me: non mangiavo da

parecchio, ero talmente affamata che sarei stata io a banchettare con la loro carne se i miei sensi morali e religiosi non avessero vinto sulla mia fame.

PR: ~ Ma ancora mancava qualcosa... la mano di Rathmore!

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